La carenza nutrizionale di iodio rappresenta uno dei più gravi problemi di salute pubblica in tutto il mondo.
Lo iodio è un micronutriente molto importante in quanto entra a far parte della struttura chimica degli ormoni tiroidei (T3 e T4) prodotti dalla tiroide che regola l’equilibrio metabolico del nostro organismo durante tutta la vita. Gli alimenti rappresentano la principale fonte di iodio. Tuttavia, la quantità di iodio negli alimenti è molto variabile. I vegetali, ad esempio non se sono particolarmente ricchi. Ecco perché la carenza di iodio è più frequente nelle persone che seguono diete vegane o vegetariane. Inoltre, lo iodio è molto suscettibile al calore, per cui metodi di cottura come la frittura, la cottura alla griglia e la bollitura ne riducono il contenuto nell’alimento. Studi specifici hanno mostrato come la quantità media di iodo assunta con la dieta dalla popolazione è insufficiente a soddisfane il fabbisogno giornaliero.
Il fabbisogno giornaliero di iodio è di 150 microgrammi al giorno. Le donne in gravidanza e in allattamento ne devono assumere di più per assicurare un normale sviluppo del bambino.
CARENZA DI IODIO E TIROIDE
Nel caso di insufficiente assunzione di iodio, la tiroide non è in grado di produrre quantità sufficienti di ormoni tiroidei. La conseguenza più frequente della carenza di iodio è lo sviluppo del gozzo.Il gozzo si manifesta con un ingrandimento visibile della tiroide. Questo ingrandimento è dovuto all’eccessiva produzione di un ormone il TSH (ormone tireo-stimolante) che tenta di far lavorare il più possibile la tiroide affinché capti e fissi la maggiore quantità di iodio presente nel sangue, compensandone la carenza.
Questo fenomeno rappresenta quindi un adattamento della tiroide, che diventa più attiva nel tentativo di produrre quantità di ormoni adeguate alle necessità dell’organismo. E’ stato stimato che in Italia circa 6 milioni di persone soffrono di gozzo, ovvero più del 10% della popolazione.
IODIOPROFILASSI PER LA TIROIDE
Come nella maggior parte dei paesi nel mondo, anche in Italia lo iodio introdotto con gli alimenti è insufficiente a raggiungere il fabbisogno giornaliero.Quasi quattordici anni fa è stata approvata la legge n. 55/2005 "Disposizioni finalizzate alla prevenzione del gozzo endemico e di altre patologie da carenza iodica" che ha introdotto il programma nazionale di iodoprofilassi. La iodioprofilassi consiste in una serie di misure destinate ad integrare lo iodio nell’alimentazione attraverso il consumo di sale iodato. E’ una misura di prevenzione semplice, economica, efficace e ad alto impatto sociale che ha lo scopo di eradicare le malattie da carenza di iodio. E’ stato istituito presso l’Istituto Superiore di Sanità l’Osservatorio Nazionale per il Monitoraggio della Iodoprofilassi in Italia (OSNAMI) che ha il compito di sorvegliare su scala nazionale programma di iodoprofilassi.
CHE COS’E’ IL SALE IODATO?
Il sale iodato si ottiene aggiungendo artificialmente iodio al sale comune, che viene ricavato dall’acqua di mare o dalle miniere di salgemma. Il contenuto di iodio in questo tipo di sale deve essere, per legge, pari a 30 mg/kg. Il sale iodato (sia fino che grosso) deve essere disponibile in tutti i punti vendita di generi alimentari e va utilizzato a tutte le età e in tutte le condizioni fisiologiche in sostituzione del normale sale da cucina, ma sempre con moderazione (4-5 grammi di sale). Elevati apporti di sodio aumentano, infatti, il rischio di malattie cardiovascolari.
L’assunzione di sale iodato consente di coprire il fabbisogno fisiologico giornaliero di iodio, fornendo 30 μg di iodio per grammo di sale e garantendo cosi un buon funzionamento della tiroide (4 g di sale iodato forniscono 120 microgrammi di iodio). Il sale arricchito di iodio ha lo stesso aspetto del sale da cucina e non ha odori osapori particolari, né altera quello dei cibi a cui viene aggiunto. Per evitare perdite di iodio, è consigliabile conservarlo in luogo fresco, al riparo della luce e dell’umidità.
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